BLACKBOARD VIBES | ANDREA CUSUMANO

Periodo: 7 – 23 novembre 2024
Sede espositiva: Manuel Zoia Gallery, Via Maroncelli 7, Milano
Inaugurazione: giovedì 7 novembre ore 18:00 – 22:00

Manuel Zoia Gallery è lieta di invitarvi giovedì 7 novembre per l’inaugurazione della nuova mostra “BLACKBOARD VIBES” dell’artista Andrea Cusumano. Durante l’opening, dalle ore 20:00, si esibirà il musicista elettronico Giovanni Tripi, in collaborazione con il MainOFF Festival di Palermo.

Andrea Cusumano (1973) è un artista, performer e regista italo britannico. La sua produzione si articola attraverso l’uso disinvolto di diversi media e un fecondo sconfinamento tra singole discipline artistiche. Elementi che si completano a vicenda formando un’opera d’arte complessa e coerente, in linea di continuità con la tradizione del Gesamtkunstwerk (“opera d’arte totale”).

Negli spazi della Galleria saranno esposte opere provenienti dai cicli Retablo, Ostrakon e Neri.
I Retablo sono opere di foto pittura, esito finale della ricerca sull’immagine a partire dalla performance. In queste opere si compie la fusione dei diversi media utilizzati dall’artista nel suo percorso esplorativo; la scenografia e i costumi diventano elementi a rilievo su tela e le scene cristallizzate, sintesi delle performance realizzate dall’artista (a partire dal 2000), diventano quadri dalle maestose dimensioni. Le performance documentate, fotografate, e sovra dipinte danno vita alla serie dei Neri del 2022, dove la figura è ancora al centro del discorso narrativo e appare come illuminata da strisce di colore e al contempo persa nel buio del nero dello sfondo. Nello stesso anno inizia a produrre la serie dei Crateri e degli Ostrakon dove il ritorno alla manualità – terracotta, vernice, gesso e pastello/pigmento, cera e vetro fuso – è accompagnato dalla scoperta della luce: colori chiari e intensi narrano icasticamente frammenti delle performance – Tragödia, Speculum Celestiae Sinfonia Diagonale, Praxis, L’amaro credo del mago Cotrone, tra le altre -. Infine, torna la notte dei Neri del 2023, dove la figura svanisce così come ogni altro concreto riferimento (tanto al contesto come ad opere pregresse) e il tratto, delicato ed evanescente, diventa gesto, geroglifico, segno astratto che danza sull’abisso.