Dal 1997 è inoltre direttore dell’orchestra del Teatro delle Orge e dei Misteri di Hermann Nitsch (Vienna), per il quale ha eseguito tutte le prime esecuzioni assolute tra l’altro il Zwei-Tage-Spiel a Prinzendorf, al Burghtheater di Vienna, al Schauspiel di Lipsia, alla Nationalgalerie im Hamburger Bahnhof di Berlino, all’Arsenale di Verona con l’Orchestra dell’Arena, alla Biblioteca Angelica di Roma, al Museo Nitsch in Bassa Austria, alla Havana Biennial a Cuba ed alla Ex-Theresa a Mexico City.
Tra il 1997 ed 2003 vive a Vienna dove collabora alla realizzazione del 6-Tages-Spiel di Hermann Nitsch ed espone alla galleria Hohenlohe und Kalb, ed alla Sammlung Volpinum. In Italia espone alla Galleria Cattelani di Modena.
La sua ricerca sullo spazio e sul suo potenziale drammaturgico lo porta a fondare – tra gli altri insieme ad Uwe Brückner, Ludwig Fromm, Frank den Oudsten e Heiner Wilharm – la “ESI-European Scenography Initiative”, che raccoglie diversi ricercatori ed accademici europei sul tema della drammaturgia dello spazio e presenta la sua ricerca alla PQ Quadriennale di Praga. Si avvicina ed approfondisce la sua ricerca sull’autore polacco Taddeusz Kantor alla Cricoteka di Cracovia e instaura una stretta collaborazione con l’ex attrice del Cricot 2 Mira Rychlicka. Con lei esplora la possibilità di tradurre la sua ricerca sullo spazio in azioni teatrali realizzando il laboratorio “Drabina Jakuba” nel 2006 alla Galeria Krzysztofory di Cracovia ispirato a Le botteghe color cannella di Bruno Schulz. Lo spettacolo segna l’inizio di una collaborazione tra Cusumano e Rychlicka che porterà alla realizzazione di altri due spettacoli; Tumor foderato d’infanzia al Teatro Garibaldi – Union des theatre de l’Europe, spettacolo ispirato a La classe morta di cui Mira era stata una protagonista, ed un terzo spettacolo A funeral for Don Quijote in coproduzione con Richard Demarco, che è stato presentato a Cracovia, Edimburgo e Londra.
Dopo la morte di Mira Rychlicka, Cusumano porta avanti la ricerca su una drammaturgia ispirata al lavoro del Cricot 2, trasmettendone l’insegnamento. In particolare dirigerà il Kantor Project nel corso European Theatre Arts al Rose Bruford College, ed un workshop a Pontlevoy in collaborazione con Andrew Tsao e la University of Washington. Scrive gli esercizi per la monografia su Kantor edita da Routledge a cura di Noel Witts.
Nel 2008 realizza un laboratorio su “I Giganti della Montagna” di Pirandello alle Case Di Lorenzo a Gibellina e presenterà al festival Orestiadi lo spettacolo L’Amaro credo del mago Cotrone, che poi otterrà la prima pagina del Guardian al Festival di Edimburgo nel 2009 e che verrà anche presentato al Bharat Rang Mahotsav a New Delhi, ad Area10 a Londra ed allo Steirische Herbst Festival in Austria. Lo spettacolo segna l’inizio del suo lavoro registico, e lo porterà a scrivere realizzare gli spettacoli Clover’s Lost Petal, A funeral for Don Quijote, Petit Cheval Blanc. Parte della sua ricerca lo porta in India, ed in particolare in Kerala, dove tra il 2009 ed il 2013 si interessa ai riti performativi tribali ed alle antiche tradizioni trasmesse ancora alla scuola del Kalamandalam. Da questi studi deriverà il progetto drammaturgico TRAGÖDIA ispirato al dramma antico ed alle performance indiane del Theyyam, Tholpavakothu, Kathakali e Koodiyattam. Frutto di questa ricerca saranno le performances Il Principe (2014, Teatro Garibaldi-Union des Théâtres de l’Europe, Palermo), La Regina (2021, Villa Nitti, Maratea), ed Il Re (2022, Parco Archeologico di Akragas, Agrigento).
Parallelamente alla ricerca teatrale ed installativa, si confronta con i linguaggi della live-art e della performance con progetti come Praxis (2001) al celeberrimo Studio Morra di via Calabritto a Napoli, Le ali della farfalla in collaborazione con Marino Formenti per la rassegna “Corpus: Arte in Azione” a cura di Adriana Rispoli ed Eugenio Viola per il Napoli Teatro Festival al MADRE di Napoli, Cunto allo Spaeculm Cealestiale Festival della Fondazione Morra, Action Constraint I e II insieme a Thibault Delferirere e Giuseppe Lomeo allo Spazio Tre Navate a Palermo ed a New Cross a Londra, Cotronica al Shunt Vault a Londra, Terre… Forme… Terre al Rencontre Fes in Marocco e la collaborazione al progetto Embodied Language con Mithu Sen, a cura di Eugenio Viola, all’India International Centre di Nuova Delhi.
Tra settembre 2014 e febbraio 2019 torna a Palermo per ricoprire il ruolo di assessore alla Cultura gestendo tra gli altri i progetti Manifesta 12 – Il Giardino Planetario e Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, e ideando la BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo.
Nel biennio 2020-21 è curatore artistico di Letterature Festival Internazionale di Roma, ed in questa veste cura dei lavori site-specific di Michal Rovner, MASBEDO, Marino Formenti, Tim Etchels e Virgilio Sieni alla Basilica di Massenzio ed al Palatino. In questo contesto mette in scena, insieme a Fabrizio Arcuri e con Moni Ovadia e Eshter Elisha, una versione teatrale della Ode Laica per Chibok e Leah del Premio Nobel Wole Soyinka.
Dal 2019 apre un nuovo atelier a Palermo ed inizia a lavorare ad un progetto di sintesi transdisciplinare che lo riporta alla bidimensionalità pittorica e che chiama significativamente Retablo, ispirandosi alla tradizione spagnola che traduceva la dimensione della drammaturgia liturgica in grandi pale d’altare inquadrate architettonicamente e frutto di un dialogo armonico tra diversi linguaggi.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni private internazionali ed al MAK-Museum fur Angewande Kunst di Vienna, al Museo delle Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, alla Sammlung Volpinum di Monaco di Baviera, la Collezione Cattelani di Modena.